Mal posizionamento del paziente sul lettino operatorio con danno permanente alla spalla.

Aldo, 75 anni all’epoca di fatti, è operato alla spalla destra per acromionplastica con resezione della clavicola (l’acromion è la sporgenza ossea di forma triangolare che permette alla scapola di articolarsi con la clavicola). Nonostante l’operazione però il dolore persiste, quindi si sottopone a diversi esami diagnostici che evidenziano una mielo-radicolopatia cervicale e lombosacrale, una patologia che colpisce la colonna vertebrale ed è causata dal restringimento del canale midollare o dalla compressione delle radici o del midollo cervicale. È operato nuovamente, ma stavolta nel post-operatorio si accorge che non può più muovere la spalla e il braccio sinistro, ha subito un danno permanente. Non può più quindi essere autonomo in diverse situazioni: non riesce a vestirsi da solo, non può sollevare oggetti, non può andare a pesca o a giocare a bocce con gli amici. È avvilito, perché deve farsi aiutare dalla moglie nelle normali attività quotidiane.  Si rivolge quindi a IUREMED per valutare il suo percorso clinico e richiedere un risarcimento per il danno subito.

Mieloradicolopatia cervicale: il contesto

La mielo-radicolopatia cervicale è una patologia abbastanza diffusa che colpisce la colonna vertebrale ed è causata dal restringimento del canale midollare o dalla compressione delle radici o del midollo cervicale. Si manifesta con dolori localizzati nella zona del rachide cervicale e/o agli arti superiori, debolezza a carico del braccio e della mano, rigidità delle gambe, perdita di equilibrio e urgenza a urinare. La progressione dei sintomi può variare nel tempo.

Il trattamento è chirurgico e mira a eliminare la compressione del midollo spinale per prevenire la progressione dei sintomi.

I Fatti

Aldo si sottopone nel 2018 a un intervento chirurgico alla spalla destra per un forte dolore al collo e alla schiena. Ma il dolore non passa con l’operazione. Si sottopone a diversi accertamenti diagnostici che evidenziano una situazione a livello osseo non proprio ottimale e un quadro clinico di mielo-radicolopatia cervicale e lombosacrale con diverse ernie. L’anno successivo entra di nuovo in sala operatoria per artrodesi e decompressione midollare/radicolare. L’intervento dura 14 ore ma Aldo, nonostante muova bene le gambe, presenta un deficit motorio alla spalla sinistra, in particolare del muscolo deltoide. È dimesso con la prescrizione di una terapia farmacologica e controllo con RX dopo 60 giorni. Inizia anche la fisioterapia, ma la situazione non migliora.

Le responsabilità mediche

Il parere del medico legale che ha esaminato tutta la documentazione medica di Aldo rileva delle non conformità nella condotta dei sanitari che hanno operato l’uomo. Nel secondo intervento, infatti, si è verificato un mal posizionamento del paziente sul lettino durante l’operazione. Con una maggiore cautela durante l’intervento chirurgico si sarebbe potuta evitare la problematica alla spalla sinistra. Inoltre, non si può affermare che si trattasse di una complicanza dell’operazione, una prestazione chirurgica definita ormai “routinaria”.

Il danno biologico permanente causato al paziente può quindi riferirsi a un’operazione non correttamente eseguita ed è quantificato nella misura del 45%.

Aldo arriva a una transazione in via bonaria con l’ospedale in cui è stato operato ottenendo un risarcimento.

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