LESIONE VESCICALE IN CORSO DI TAGLIO CESAREO
I FATTI E LE CONSEGUENZE
Maria, di anni 36 all’epoca dei fatti, gestante alla 38a settimana, si ricoverava presso l’Ospedale di (Omissis), per sottoporsi ad intervento di taglio cesareo con successiva sterilizzazione tubarica.
Nel corso dell’anno successivo, la paziente era costretta a sottoporsi a un secondo intervento chirurgico, stante l’infausta sopravvenienza di una grave stenosi uretrale.
Maria lamentava rilevanti disturbi alle vie urinarie, i quali condizionavano negativamente sia il suo equilibrio psico-fisico, che la sua vita di coppia, pregiudicando finanche i suoi rapporti interpersonali ed arrecandole disagio nello svolgimento della sua attività lavorativa di operaia specializzata.
Per tale ragione Maria si rivolgeva a IUREMED, al fine di accertare le responsabilità mediche della struttura ospedaliera dove si era operata ed ottenere un risarcimento per il danno cagionatole.
BREVI CENNI SULLA LESIONE DELLA VESCICA CAUSATA DURANTE UN INTERVENTO DI TAGLIO CESAREO
Come evidenziato da studi scientifici e medici, le lesioni della vescica durante un intervento di taglio cesareo sono abbastanza rare.
I principali fattori di rischio sono età materna, parità, pregressi tagli cesarei o precedenti interventi chirurgici pelvici (miomectomie, etc.), presenza di aderenze, taglio cesareo in corso di travaglio.
In particolare, molte lesioni si producono durante l’accesso peritoneale nel taglio cesareo primario e durante la dissezione della vescica dal segmento uterino inferiore, nei casi di tagli cesarei pregressi.
Al fine di ridurre le lesioni del tratto urinario, è raccomandabile una adeguata preparazione preoperatoria della paziente. È necessario indagare i fattori di rischio patologici remoti e i fattori di rischio legati all’anamnesi ostetrica, al fine di identificare le pazienti ad alto rischio di andare incontro a lesioni vescicali. È altresì necessario utilizzare una tecnica chirurgica meticolosa e metodica basata su un’adeguata comprensione e conoscenza dell’anatomia dell’apparato urogenitale.
LE RESPONSABILITÀ
In sede di consulenza tecnica d’ufficio veniva evidenziata nella condotta degli operatori che eseguirono l’intervento di taglio cesareo, la non corretta preparazione all’intervento, che avrebbe richiesto per la peculiarità del caso (gestante con pregresse isterotomie da TC ed intervento di miomectomia) l’opportuna cateterizzazione vescicale.
Durante l’atto operatorio, i sanitari si rendevano infatti responsabili della lesione iatrogena della vescica della paziente, il che richiedeva un tentativo di sutura della stessa; nel post-operatorio, Maria registrava la sussistenza di intensi dolori a livello vescicale, invalidanti disturbi della minzione, e persistenti cistiti recidivanti.
La presenza del catetere avrebbe con sufficiente criterio probabilistico evitato la produzione della lesione vescicale, consentendo – con un buon grado di probabilità tecnica o comunque più probabilmente che non – la corretta demarcazione tra vescica e segmento inferiore, evitando la lesione del viscere.
Peraltro tale cautela è assolutamente prevista dalle “buone pratiche cliniche” in essere all’epoca dei fatti, nonché dalla Letteratura specialistica in materia.
IL RISARCIMENTO
A conclusione del giudizio, il Tribunale adito stabiliva in favore di Maria, in accoglimento della domanda proposta, una somma a titolo di risarcimento del danno, nonché la condanna dell’Asl resistente al pagamento delle spese di lite.
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