Lesione ureterale destra post-isterectomia
Sara, infermiera, 46 anni all’epoca dei fatti, è ricoverata presso un ospedale lombardo con diagnosi di fibromatosi uterina a nodi multipli di mioma per essere sottoposta a un intervento di isterectomia laparoscopica. Il post-operatorio tuttavia presenta delle complicanze che implicano per la donna altri ricoveri e operazioni.
Sara si rivolge a IUREMED per capire la dinamica dei fatti e richiedere un risarcimento del danno subito.
Lesione ureterale destra post-isterectomia: il contesto
Circa l’1% delle lesioni dell’apparato urinario sono complicanze che possono coinvolgere vescica o uretere, sia in corso di interventi di chirurgia ginecologica, soprattutto dopo un’isterectomia (rimozione dell’utero), sia (in piccole percentuali) durante un parto cesareo.
Si tratta di eventi traumatici al limite tra la complicanza e l’errore medico.
Per distinguere i due eventi, si considerano due elementi: la descrizione dell’intervento, con indicazione di eventuali difficoltà tecniche o alterazioni anatomiche, tali da compromettere la conservazione dell’uretere, e il tempestivo riconoscimento del trauma e il trattamento dell’eventuale lesione durante l’intervento stesso.
La riparazione immediata intraoperatoria del danno presenta un esito migliore, spesso con guarigione completa.
Una diagnosi tardiva, invece, può comportare, nel tempo, la perdita parziale o totale della funzionalità renale, la formazione di fistole e la necessità di nuovi interventi riparativi (con tutti i rischi connessi).
Circa il 70% delle lesioni ureterali è diagnosticato solo in fase postoperatoria sulla base dei sintomi riportati dal paziente (spesso dolore al fianco) e di accertamenti strumentali come l’ecografia renale o la tomografia computerizzata (urografia-TC).
I Fatti
È dicembre quando Sara entra in ospedale per sottoporsi a un intervento di isterectomia laparoscopica in seguito a una diagnosi di fibromatosi uterina a nodi multipli di mioma. Nello specifico si tratta di una “LPS isterectomia totale con salpingectomia bilaterale e conservazione delle ovaie”.
Il giorno seguente Sara è visitata dal medico anestesista per la comparsa di crepitazione sottocutanea nel polpaccio della gamba sinistra (sensazione tattile, talvolta udibile, paragonabile a un rumore di passi sulla neve). Il quadro clinico è di enfisema sottocutaneo diffuso all’arto inferiore sinistro. Durante la visita medica i crepitii sono diffusi al torace, addome, collo e gamba, come da possibile complicanza dell’operazione.
Non sono indicati specifici trattamenti e dopo qualche giorno Sara è dimessa. Pochi giorni dopo però si reca in Pronto Soccorso per forti dolori all’addome, vomito e febbre.
I medici verificano la presenza di un versamento addominale e di una fessurazione dell’uretere. La diagnosi è di lesione ureterale destra post isterectomia. Sara è quindi nuovamente ricoverata per un intervento di nefrostomia (una procedura impiegata quando il rene è incapace di scaricare l’urina all’interno dell’uretere).
Pochi mesi dopo è di nuovo ricoverata e operata per stenosi dell’uretere pelvico destro (una condizione per cui l’urina non riesce a defluire correttamente dal rene all’uretere a causa di un’ostruzione) con posizionamento di stent ureterale poi rimosso.
Le responsabilità mediche
Dopo le diverse operazioni Sara lamenta dolore cronico al fianco destro e all’inguine e frequenza minzionale. La consulenza dei tecnici della CTU evidenzia un’incidenza delle lesioni ureterali intorno al 2% circa in seguito a isterectomia che si possono prevenire con una conoscenza approfondita dell’apparato urinario e della tecnica operatoria. In caso di diagnosi intraoperatoria di lesione ureterale, infatti, è possibile riparare subito l’eventuale danno senza ricorrere a successive operazioni.
Nel caso di Sara la lesione, anche se prevista come possibile complicanza, è iatrogena (cioè, causata da un trattamento medico) e associata a una diagnosi tardiva. Il danno biologico è valutato nella misura del 14%.
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