Infarto miocardico acuto non diagnosticato in Pronto Soccorso

I FATTI E LE CONSEGUENZE

In data (…) alle ore (…) il signor Pasquale (nome di fantasia) (di anni 68 all’epoca dei fatti) accedeva al P.S. dell’Ospedale di “Omissis”, riferendo dolore toracico, nausea e sudorazione.

I sanitari in quella occasione praticavano esami ematochimici, enzimi cardiaci ed ECG, dimettendo il paziente a poche ore di distanza dal ricovero.

Nel corso della medesima giornata, il signor Pasquale decedeva presso il proprio domicilio.

Gli eredi del Sig. Pasquale si sono rivolti a IUREMED per accertare le eventuali responsabilità mediche della struttura nella quale era avvenuto il ricovero, in particolare la perdita delle possibilità di sopravvivenza per la mancanza di diagnosi e per negligenza nella cura, ed ottenere un risarcimento per la scomparsa del loro congiunto.

LA PATOLOGIA – Correlazione tra dolore toracico e infarto miocardico acuto

In caso di infarto, meno del 50% dei pazienti attivano i soccorsi entro la prima ora dall’insorgenza dei sintomi, mentre quasi il 30% arrivano oltre la seconda ora.

Se c’è un infarto in atto, uno dei vasi che porta il sangue al cuore si occlude. Ogni minuto trascorso è potenzialmente una parte del muscolo cardiaco che muore: importanti studi hanno dimostrato come la mortalità a un anno dall’infarto aumenti   del   7,5%   ogni   30   minuti   di   ritardo nell’accesso alle cure.

Il dolore toracico può avere molte cause. È molto importante, quindi, sapere quando allarmarsi ed allertare i soccorsi. Tipicamente, nell’infarto miocardico il dolore si manifesta con un senso di pesantezza, oppressione o costrizione al torace, che può estendersi anche alla schiena, alle braccia (più frequentemente a sinistra), al collo o alla mandibola. Spesso si associa ad affaticamento, nausea, sudorazione, mancanza di fiato o sensazione di indigestione.

Se il paziente avverte un dolore al torace intenso, ampio, oppressivo, che dura più di qualche minuto e si associa a sudorazione, bisogna chiamare il 112 per essere velocemente trasportato all’ospedale più vicino.

Il personale del 112, oltre a verificare in un primo momento come sta il paziente e se ha necessità immediata di terapie, eseguirà un elettrocardiogramma che verrà teletrasmesso alla terapia intensiva cardiologica. Se viene posta diagnosi di infarto miocardico acuto, il soggetto verrà trasportato direttamente in un ospedale dotato della Sala di Emodinamica, in cui ripristineranno il flusso sanguigno al cuore con l’angioplastica.

LE RESPONSABILITÀ E IL RISARCIMENTO

In sede di CTU veniva riconosciuta la mancanza di cautela necessaria nella gestione clinica del Sig. Pasquale. Infatti, nessuna diagnosi differenziale veniva posta in quanto non si era proceduto all’osservazione breve come codificato dai protocolli vigenti e dalla leges artis. Sarebbe stato necessario, infatti, poter escludere le principali cause di dolore toracico a rischio di vita (IMA, dissezione aortica, embolia polmonare) che necessariamente avrebbero richiesto ospedalizzazione del soggetto ed osservazione breve oltre alle indagini peculiari del caso (rx, ecocardiografia, ricontrollo dei markers cardiaci ecc.). Tutto ciò veniva invece omesso e il paziente veniva imprudentemente dimesso.

Dall’analisi dei dati, pur in assenza di dato necroscopico il decesso con criterio di elevata probabilità veniva ricondotto ad una Sindrome Coronarica Acuta (SCA). Tanto premesso, veniva ritenuto censurabile il comportamento dei sanitari del PS dell’Ospedale di Omissis per non aver provveduto a quanto il caso richiedeva, in relazione alla sintomatologia riferita.

In mediazione le parti raggiungevano un accordo conciliativo, con il riconoscimento ai congiunti del Sig. Pasquale di una somma omnicomprensiva in denaro a soddisfazione definitiva di tutti i danni e pregiudizi riscontrati, iure proprio e iure hereditatis.

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