Errato intervento alla colonna vertebrale per ernia e spondilolistesi L5-S1

Franco, un uomo di cinquant’anni, aveva riposto le sue speranze di guarigione in un intervento chirurgico di discectomia per risolvere un persistente dolore lombare, dovuto a un’ernia discale. Tuttavia, ciò che avrebbe dovuto essere una soluzione si trasformò in un incubo. Dopo mesi di sofferenze fisiche, aggravate da frustrazione e incertezze, Franco decise di rivolgersi a Iuremed, un team di esperti specializzati in casi di malasanità, per far luce sugli errori che avevano compromesso la sua salute.

La discectomia: un intervento delicato

La patologia di base del paziente era una ernia discale lombare associata a spondilolistesi L5-S1, una condizione che comporta lo scivolamento anomalo di una vertebra sull’altra, causando instabilità vertebrale e compressione delle strutture nervose. Questa situazione determinava una sintomatologia caratterizzata da persistente dolore lombare (lombalgia), limitazione funzionale e sofferenza radicolare. La diagnosi iniziale giustificava l’indicazione per un intervento chirurgico di stabilizzazione e discectomia per alleviare la compressione nervosa e migliorare la stabilità vertebrale.

La discectomia è un intervento chirurgico utilizzato per rimuovere una porzione o l’intero disco intervertebrale danneggiato, al fine di alleviare la compressione sui nervi spinali. Si tratta di una procedura complessa che richiede precisione estrema e un’attenta valutazione preoperatoria per garantire il successo. Un errore in qualsiasi fase del processo, dalla diagnosi iniziale alla gestione post-operatoria, può comportare conseguenze disastrose, come accadde nel caso di Franco.

Gli errori e le responsabilità mediche


Nel caso di Franco, il Tribunale diede incarico a dei Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) di esaminare i dettagli del suo percorso clinico. Il rapporto finale evidenziò una serie di errori da cui derivavano precise responsabilità in capo ai medici coinvolti..

Secondo i Consulenti Tecnici d’Ufficio, nel trattamento medico-chirurgico del paziente emersero diverse condotte colpose. Durante il primo intervento chirurgico, sebbene il consenso informato firmato dal paziente prevedesse il posizionamento di una “Cage” intersomatica e la discectomia, la procedura eseguita si limitò al posizionamento di viti peduncolari e barre metalliche, senza eseguire quanto promesso. Questo determinò un’artrodesi instabile, causando una ripresa della sintomatologia lombalgica e, successivamente, la rottura delle viti sacrali.

Anche il secondo intervento, pur essendo indicato a causa della disfunzione del sistema di artrodesi, fu eseguito in modo non corretto. Non vennero infatti eseguite la discectomia e la cruentazione delle superfici articolari necessarie per garantire una maggiore stabilità dell’artrodesi, compromettendo così l’efficacia del trattamento e causando la mobilizzazione della “Cage”.

Il terzo intervento, eseguito per sostituire la “Cage”, non risolse i problemi a causa di una preparazione incompleta dello spazio intersomatico, che portò a un nuovo affossamento della “Cage” stessa. Tali errori resero necessario un quarto intervento chirurgico presso un altro centro, dove finalmente venne correttamente eseguita la discectomia, accompagnata dalla cruentazione delle superfici articolari e dal posizionamento di nuove “Cage”. Questo intervento stabilizzò l’artrodesi e attenuò la sintomatologia del paziente, anche se i danni funzionali non risultarono completamente risolti.

I CTU evidenziarono che tali condotte colpose causarono un prolungamento dello stato di malattia, una persistente instabilità vertebrale, sofferenza radicolare e mielica, e una maggiore morbilità legata alle ripetute incisioni e manipolazioni chirurgiche.

Le conclusioni
Il rapporto dei CTU sottolineò come questi errori sarebbero stati evitati se i medici avessero seguito gli standard di diligenza richiesti. La documentazione medica analizzata rivelò una catena di responsabilità che portò a conseguenze dirette e gravi sulla salute di Franco. Grazie al supporto di Iuremed, il paziente ottenne un quadro chiaro delle sue possibilità legali, avviando un procedimento per il riconoscimento delle responsabilità e il risarcimento dei danni subiti.

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