Artroprotesi per gonartrosi del ginocchio sinistro e lesione del nervo sciatico

Nel dicembre del 2018 la signora Elsa (nome di fantasia), all’epoca dei fatti 69enne, è ricoverata per gonartrosi di grado severo al ginocchio sinistro e operata per artroprotesi presso un ospedale di Napoli. In seguito all’intervento però subisce una lesione del nervo sciatico popliteo esterno, che sarà diagnosticata nel post operatorio e attribuibile a un errore del chirurgo.

I figli della signora Elsa si sono rivolti a Iuremed riuscendo a fare chiarezza sull’accaduto e a ottenere un giusto risarcimento per il danno subito.

Gonartrosi del ginocchio, artroprotesi e nervo sciatico: il contesto

La gonartrosi, in altre parole l’artrosi del ginocchio, è una malattia cronica che si manifesta con lesioni degenerative a carico della cartilagine articolare che causano dolore, difficoltà nei movimenti o, nei casi più gravi, deformazione dell’articolazione stessa.

Il dolore è il sintomo più tipico, soprattutto quando si muove il ginocchio, anche per movimenti semplici, come alzarsi dalla sedia. Può associarsi gonfiore e rigidità dell’articolazione durante il movimento. Nel tempo, inoltre, si può verificare un versamento articolare dovuto a un’eccessiva produzione del liquido sinoviale presente nella cavità articolare e che limita i movimenti.

L’approccio conservativo si avvale di terapie infiltrative, fisioterapia e cura farmacologica, ma nei casi più severi e in fase troppo avanzata della malattia si ricorre alla chirurgia.

L’artropotesi (o protesi ortopedica) è quindi un dispositivo artificiale che sostituisce, dal punto di vista strutturale e funzionale, un’articolazione. Tale sostituzione (che può essere totale o parziale) consente di recuperare il funzionamento dell’articolazione dopo traumi o malattie invalidanti.

Il nervo sciatico, invece, è un importante nervo periferico che ha origine nel midollo spinale, nella parte bassa della schiena, e si estende dal gluteo, passando dalla parte posteriore della gamba, fino al piede. Passa anche a livello dell’articolazione del ginocchio, nella zona posteriore, e si suddivide in due rami: nervo sciatico popliteo interno ed esterno. Quest’ultimo si occupa di innervare la parte anteriore della gamba con la funzione di alzare la punta del piede ed eseguire quindi una flessione dorsale.

I Fatti

La signora Elsa è ricoverata per gonartrosi del ginocchio sinistro presso un ospedale napoletano nel dicembre 2018 per essere sottoposta a un’operazione di artroprotesi.

Durante l’intervento, tuttavia, riporta una lesione del nervo sciatico popliteo esterno, subito diagnosticata nel post operatorio, attribuita a un errore del chirurgo. Si tratta di una struttura nervosa molto vicina al punto di sezione del piatto tibiale (cioè la parte più della tibia, l’osso che, insieme al perone, costituisce lo scheletro della gamba) che si esegue per la rimozione della parte artrosica del ginocchio. Il rischio di una lesione del nervo sciatico popliteo è piuttosto basso, sempre che non si verifichi un errore chirurgico.

Nelle radiografie della signora Elsa, infatti, la protesi è correttamente collocata, mentre il piatto tibiale non è ben posizionato, ma soprattutto la resezione è molto vicina alla struttura nervosa. La lesione è testimoniata anche da un’elettromiografia eseguita presso lo stesso ospedale durante un ricovero successivo della signora Elsa per una paralisi completa del muscolo tibiale anteriore.

Il danno riportato dalla signora Elsa in seguito all’operazione è un deficit di deambulazione piuttosto importante, a causa del quale può camminare solo se sostenuta da un tutore. Una lesione di questo genere, inoltre, non è chirurgicamente risanabile. In altre parole, anche se il chirurgo si fosse accorto subito di aver danneggiato il nervo e avesse provato a ripararlo, il tentativo non avrebbe avuto esito positivo.

Le responsabilità mediche

Il Tribunale ha accertato l’errore chirurgico, addebitando quindi il danno subito a un’imperfetta esecuzione dell’intervento al ginocchio. La lesione del nervo sciatico, il piatto tibiale non perfettamente riposizionato e la resezione molto vicina alla struttura nervosa, hanno comportato una paralisi completa del muscolo tibiale anteriore, estensore dell’alluce e delle dita.

Il danno biologico è stato riconosciuto nella misura del 40%, considerando la compromissione neurologica che ha comportato un’estrema difficoltà nella deambulazione se non con l’uso costante di un tutore. È stato anche riconosciuto un periodo di 20 giorni di inabilità totale, 60 per inabilità al 50% e altri 60 al 25%.

La signora Elsa è deceduta poi per motivazioni non associabili all’intervento. Per questo motivo il risarcimento spettante ai familiari è parametrato alla durata effettiva della vita della signora Elsa e non a quella statisticamente probabile.

È stato altresì considerato anche il danno morale per la sofferenza fisica e psicologica affrontata dopo l’operazione.

Il Tribunale ha condannato l’ospedale in questione al pagamento di euro 149.077,00.

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