Incontinenza e deficit erettile dopo intervento HoLEP
Mario (nome di fantasia) si è rivolto a Iuremed dopo un intervento di enucleazione endoscopica della prostata con laser ad olmio (HoLEP), eseguito in una rinomata struttura sanitaria milanese. L’operazione, indicata per trattare i suoi disturbi urinari, avrebbe dovuto migliorare la qualità della vita; al contrario, ha determinato conseguenze invalidanti che lo hanno spinto ad avviare un’azione giudiziaria.
La patologia e l’intervento subito
Prima dell’operazione, Mario soffriva di disturbi urinari da ipertrofia prostatica benigna: urgenza minzionale, riduzione del flusso e frequenti episodi di impellenza. Non presentava però episodi di incontinenza né problemi di natura sessuale: la sua funzione erettile era normale e soddisfacente.
L’intervento HoLEP è una tecnica mini-invasiva ormai consolidata, che utilizza un laser ad alta energia per rimuovere il tessuto prostatico in eccesso. È considerata sicura, ma non priva di rischi. Tra le complicanze più frequenti segnalate in letteratura si annoverano disturbi minzionali temporanei, incontinenza urinaria e riduzione della funzione sessuale.
Le complicanze post-operatorie
Nel caso di Mario, il decorso post-chirurgico non è stato quello atteso. Fin dalle dimissioni ha iniziato a soffrire di:
- incontinenza urinaria mista: legata sia a un’iperattività della vescica (urgenza) sia a una lesione dello sfintere uretrale, riconducibile a un errore tecnico durante l’intervento;
- deficit erettile persistente, nonostante l’uso di farmaci specifici, con la sola possibilità di erezioni insufficienti ai rapporti completi.
Tali condizioni hanno inciso in maniera significativa sulla vita personale e relazionale del paziente, determinando un impatto anche psicologico e sulla sua autostima.
Le responsabilità accertate dal CTU
La Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) ha ricostruito l’intera vicenda, evidenziando diverse criticità:
- l’intervento è stato programmato ed eseguito senza una preparazione adeguata, in assenza di valutazioni funzionali approfondite sulla reale condizione del sistema urinario;
- il consenso informato firmato da Mario non menzionava chiaramente il rischio di incontinenza, pur essendo questa una complicanza nota e riconosciuta in letteratura;
- l’intervento ha determinato una lesione iatrogena dello sfintere uretrale, causa diretta dell’incontinenza da stress;
- l’incontinenza da urgenza, invece, era latente già prima dell’intervento ed è stata slatentizzata dalla rimozione dell’ostacolo prostatico.
Secondo i periti, l’esperienza del chirurgo e la corretta esecuzione dell’atto operatorio rappresentano fattori determinanti per ridurre il rischio di queste complicanze: nel caso concreto, si è registrata una violazione delle regole di prudenza richieste in un intervento complesso come la HoLEP.
Il danno residuato
Oggi Mario convive con:
- incontinenza mista persistente, che lo costringe all’uso quotidiano di ausili assorbenti;
- disfunzione erettile grave, migliorata solo parzialmente dai farmaci;
- un impatto rilevante sulla qualità della vita, sulle relazioni personali e sull’autostima.
Si tratta, dunque, di un danno biologico permanente che il CTU ha collegato in maniera diretta all’atto chirurgico e alla sua non corretta gestione.
La tutela legale e il risarcimento
Grazie al supporto dei professionisti di Iuremed, Mario è riuscito a ottenere un giusto risarcimento per il grave danno subito.
Se anche tu o un tuo familiare avete vissuto un’esperienza simile, potete contattare senza impegno il numero verde 800 931 194 per ricevere assistenza e una prima valutazione gratuita del vostro caso.


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