Garza dimenticata nella coscia dopo intervento al femore

Veronica (nome di fantasia) si è rivolta a Iuremed dopo aver scoperto, a distanza di molti anni da un intervento chirurgico, che la causa dei suoi dolori cronici alla gamba era la presenza di un corpo estraneo dimenticato durante un’operazione ortopedica subita in età infantile.

Per oltre quindici anni ha vissuto con dolori, gonfiori e limitazioni funzionali alla coscia sinistra, senza sapere che a provocarli era una garza chirurgica rimasta all’interno dei tessuti profondi.


La patologia e l’intervento iniziale

All’età di 12 anni, Veronica era rimasta vittima di un grave incidente stradale che le aveva provocato una frattura scomposta del femore sinistro.
Fu ricoverata presso una struttura ospedaliera pubblica, dove venne sottoposta a intervento di riduzione e osteosintesi della frattura con fissatore esterno e cerchiaggio metallico.

L’operazione sembrò inizialmente riuscita, ma fin da subito la giovane cominciò ad avvertire una dolorosa tumefazione persistente nella zona operata. Negli anni, nonostante fisioterapia e visite di controllo, la situazione non migliorò mai del tutto.


I sintomi nel tempo e le diagnosi errate

Per quasi vent’anni Veronica ha continuato a convivere con dolori, gonfiori e rigidità dell’arto sinistro, tanto da dover rinunciare progressivamente alla sua vita sportiva e professionale.

I controlli successivi portarono a diagnosi discordanti: ematomi cronici, infiammazioni muscolari, sospette infezioni ossee. Nessuno, tuttavia, riuscì a identificare la vera causa del problema.

Solo molti anni dopo, durante un nuovo intervento di revisione chirurgica in una struttura specializzata, i medici si trovarono di fronte a un reperto inaspettato: all’interno dei tessuti della coscia erano presenti frammenti di materiale tessile compatibili con garze chirurgiche, insieme a residui ossei e fibrinosi.


Le responsabilità accertate dal CTU

La Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), incaricata dal tribunale, ha ricostruito l’intera vicenda sanitaria evidenziando una chiara colpa professionale nel primo intervento chirurgico eseguito in età pediatrica.

Secondo i periti:

  • l’équipe operatoria non aveva verificato con la necessaria diligenza la completa rimozione del materiale chirurgico utilizzato;
  • tale negligenza costituisce una violazione delle regole di prudenza e delle buone pratiche clinico-assistenziali, poiché il controllo finale del campo operatorio spetta sempre al chirurgo responsabile;
  • la presenza del corpo estraneo ha determinato un’infiammazione cronica dei tessuti e una serie di ematomi recidivanti, che hanno richiesto successivi interventi senza mai risolvere la causa primaria.

Le indagini successive e gli interventi eseguiti in età adulta, invece, sono stati giudicati corretti e adeguati, avendo finalmente consentito l’asportazione del materiale residuo e la diagnosi definitiva.


Il danno residuato

Oggi Veronica vive con:

  • deficit funzionale dell’arto inferiore sinistro, con rigidità articolare e ridotta mobilità di anca e ginocchio;
  • dolori cronici e instabilità che la costringono a camminare con doppio appoggio;
  • cicatrici chirurgiche evidenti e un grave impatto estetico e psicologico;
  • stato ansioso reattivo, dovuto agli anni di sofferenza e alla perdita della propria autonomia personale e lavorativa.

Il danno biologico permanente è stato quantificato nel 37%, con postumi incompatibili con la sua precedente attività di personal trainer e tali da condizionare in modo significativo la vita quotidiana.


La tutela con Iuremed

Grazie al supporto dei professionisti di Iuremed, Veronica ha potuto accertare le responsabilità sanitarie e ottenere il giusto risarcimento per il danno subito.

Se anche tu o un tuo familiare hai vissuto un’esperienza simile — un intervento chirurgico seguito da complicanze anomale o sintomi inspiegabili — contatta il numero verde 800 931 194 per ricevere una valutazione gratuita e riservata del tuo caso.

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