Tardiva diagnosi di ependimoma cervico-dorsale con conseguente tetraplegia
I FATTI E LE CONSEGUENZE
Nel 2014 Mauro (di anni 32 all’epoca dei fatti) accedeva, per il ricorrere di intensa cervico-brachialgia destra, al P.S. dell’Ospedale di (omissis), venendo refertato per cervicalgia e dimesso con prescrizione di farmacoterapia e collare morbido per 7 giorni, in assenza di consulenza neurochirurgica e RMN cervicale. Per l’ulteriore sopravvenienza di parestesie, Mauro si recava nuovamente presso lo stesso nosocomio, venendo dimesso senza l’effettuazione dei dovuti accertamenti.
Ancora, per la comparsa di disfagia per cibi solidi, Mauro riaccedeva in Ospedale, dove non veniva immediatamente sottoposto ad esame RMN encefalo e rachide cervicale, venendo invece inopportunamente avviato a rachicentesi, con immediata sopravvenienza di tetraplegia ed insufficienza respiratoria.
Solo dopo tale acutizzazione del quadro clinico, con colpevole ritardo, i sanitari riscontravano la presenza di ependimoma intramidollare, con necessità di successivo e tardivo gravoso intervento di decompressione cervicale mediante estesa laminectomia.
Mauro riportava esiti massivamente invalidanti, essendo costretto su sedia a rotelle per paraplegia degli arti inferiori, plegia dell’arto superiore destro, paresi del sinistro, ed essendo portatore di catetere vescicale a permanenza. La complessa vicenda clinica stravolgeva l’esistenza e l’equilibrio del giovane, che in pochi mesi passava dal condurre una vita dinamica e piena di stimoli, ad una quotidianità monotona ed alienante.
Perdurando tale situazione, Mauro decedeva nell’aprile 2023 per “insufficienza respiratoria acuta e shock settico conseguenti a tetraplegia da esiti di ependimoma cervico-dorsale trattato chirurgicamente”.
I familiari di Mauro si sono rivolti a IUREMED per accertare le responsabilità mediche della struttura ospedaliera, in particolare la perdita delle possibilità di sopravvivenza per negligenza nella cura, ed ottenere un risarcimento per la scomparsa del loro familiare.
LA PATOLOGIA
La patologia caratterizzante la storia clinica di Mauro è rappresentata da un ependimoma intramidollare bulbo-cervicale Grado I WHO.
Gli ependimomi sono tumori intramidollari che hanno origine dalle cellule ependimali del canale centrale del midollo, e possono ritrovarsi a qualunque livello, con chiara prevalenza la regione dorsale ed il cono midollare; spesso si estendono in altezza per diversi metameri, fino ad occupare gran parte del midollo.
L’ependimoma dal punto di vista clinico si manifesta in differenti modi a seconda della localizzazione di malattia. Un ependimoma che interessa gli emisferi cerebrali si può manifestare con episodi di tipo convulsivo, con cefalea o con segni neurologici focali legati alla sede della malattia. Una lesione del midollo spinale si può manifestare con dolore o con deficit sensitivi e/o motori.
La diagnosi di ependimoma avviene ricorrendo a esami neuroradiologici. Di norma si predilige la risonanza magnetica nucleare, anche se spesso in prima battuta si effettua una tomografia assiale computerizzata (TAC), più facilmente disponibile in sede di pronto soccorso. Con la risonanza magnetica è possibile definire le dimensioni della neoplasia e i rapporti con le strutture circostanti del sistema nervoso centrale.
In caso di ependimoma, la chirurgia, laddove possibile, è la principale terapia. L’intervento di asportazione della massa tumorale risulta però curativo solo nel caso di ependimomi di basso grado (I o II), di dimensioni ridotte e situati in una posizione facile da raggiungere. La rimozione totale della massa tumorale, oltre a evitare il ricorso a un’eventuale e successiva radioterapia, può portare anche alla totale guarigione dal tumore. L’intervento chirurgico non è invece praticabile se il tumore è localizzato in una zona inaccessibile o se si rischia di danneggiare un’area di vitale importanza o di compromettere le funzioni fisiche o cognitive (ragionamento e di memoria) dell’individuo.
LE RESPONSABILITÀ E IL RISARCIMENTO
In sede di CTU veniva riconosciuto che, qualora fosse stata impostata una diagnosi precoce ed un altrettanto immediato trattamento chirurgico, si sarebbe potuto prevenire la successione di eventi che hanno condotto al decesso del giovane Mauro. La condizione di tetra-ipostenia e la conseguente sindrome da allettamento hanno infatti determinato tutta una serie di modificazioni fisiopatologiche, favorendo le gravi complicazioni polmonari e settiche culminate nell’exitus.
L’evento terminale è quindi da porre in relazione causale, diretta ed esclusiva, agli esiti dei non conformi trattamenti sanitari praticati.
In mediazione le parti raggiungevano un accordo conciliativo, con il riconoscimento agli eredi di Mauro della somma di € 602.000,00, a soddisfazione definitiva di tutti i danni e pregiudizi riscontrati, sia iure proprio che iure hereditatis.
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